Sant’Adalberto nacque in Boemia, da genitori nobili, a metà del X secolo, suo padre, slavo, lo mandò a studiare a Magdeburgo, sotto la cura dell’arcivescovo Adalberto; il quale lo collocò in una scuola, sotto la direzione di un santo monaco chiamato Odericus, dove gli scolari, con seria cura degli studi ed esemplare moralità, si edificarono a vicenda.
Storia di Saint-Adalbert
S. Adalberto, che trascorse nove anni in questa scuola, fece notevoli progressi nelle scienze umane, ma ancor più nella scienza dei santi; nel tempo destinato alla ricreazione si dedicava alla santa preghiera, soccorrendo i poveri e visitando gli ammalati. Dopo aver compilato un’abbondante raccolta di libri, costituita principalmente dagli scritti dei Padri della Chiesa e dei Dottori, tornò in Boemia ed entrò nello stato ecclesiastico di Praga. Diethmar, vescovo di quella città, era molto innamorato della sua virtù e lo ordinò suddiacono poco prima della sua morte.
Si tenne una riunione per proporre un successore, alla quale erano presenti il principe di Boemia e altri grandi, e, con consenso unanime, fu eletto sant’Adalberto. Nonostante tutta la sua riluttanza e le sue suppliche di indegnità e giovinezza, fu costretto ad accettare il gravoso incarico; e avendo ottenuto l’elezione l’approvazione dell’Imperatore, il nostro Santo ricevette la consacrazione episcopale dalle mani di Villegisus, arcivescovo di Magonza.
Opera di Sant’Adalberto
Andò subito a Praga per prendere possesso del suo quartier generale, e fu ricevuto tra le acclamazioni del popolo. Assumendo il governo della sua Chiesa, si manifestò la sua straordinaria pietà, poiché in tutte le feste distribuiva abbondanti elemosine e sosteneva continuamente dodici poveri.
Dormiva per terra o su un sacco di tela, e trascorreva buona parte della notte in preghiera. La sua continua predicazione e le sue frequenti visite ai malati e ai carcerati, manifestavano la sua totale dedizione alla gloria di Dio e al benessere del suo gregge.
Ma trattarono i suoi avvertimenti con una caparbietà che superava l’entusiasmo con cui avevano inizialmente accolto il suo arrivo; e sant’Adalberto decise allora di lasciarli, dopo essersi consultato, e ottenne il permesso da papa Giovanni XV.
La sua intenzione primaria era quella di compiere un pellegrinaggio a piedi in Terra Santa; ma al suo arrivo a Montecassino l’abate e alcuni monaci lo esortarono a rimanere con loro per qualche tempo, finché non si fosse saputo chi fosse; in seguito il santo vescovo si recò a Roma e, su consiglio del papa, ricevette l’abito religioso presso il monastero di Sant’Alessio, nell’anno 900.
Visse lì tranquillamente per tre anni e mezzo, fino a quando il duca di Boemia, commosso dal misero stato della chiesa di Praga, decise il papa di congedarlo. Al suo ritorno furono fatte le più ampie promesse di obbedienza, ma non furono mai mantenute.
Così il santo lasciò di nuovo il suo gregge ribelle e andò a predicare il Vangelo agli idolatri dell’Ungheria. Il suo successo qui, tuttavia, non era commisurato al suo zelo; e restando i Boemi ostinati come sempre, tornò di nuovo al suo monastero in Roma.
Fu costretto dal Papa a recarsi a Praga una seconda volta. Il santo si mise a obbedire a quest’ordine; ma essendo informato che i suoi armenti ingrati gli avevano mostrato il loro odio implacabile uccidendo i loro nemici, chiese al duca di Polonia se erano disposti a riceverlo.
I Boemi risposero: “Adalberto è un santo, e noi siamo peccatori; è quindi impossibile aspettarsi di poter vivere in pace insieme”. Il santo la prese come una sufficiente esenzione dalla sollecitudine della sua Chiesa, e andò a intraprendere la conversione dei pagani che allora si trovavano in Prussia.
La sua morte
Dopo aver sperimentato molte difficoltà in questa missione, gli idolatri un giorno si radunarono in gran numero, e gli domandarono perché fosse entrato nel loro paese, il santo rispose che era venuto per la loro salvezza, e li esortò ad abbandonare il culto degli idoli. e adora il vero Dio.
Ma i barbari erano scontenti delle sue parole, e Siggo, il sacerdote degli idoli, gli trafisse il petto con la sua lancia, al che anche gli altri si precipitarono sul suo, mentre il santo, alzate le mani al cielo, pregava il Signore per la sua rieducazione . I miserabili inumani gli posarono la testa su un palo e lo portarono via tra grida di gioia.
la sua santificazione
Il suo martirio avvenne il 23 aprile 997, e il Signore lo onorò con molti successivi miracoli.